In che modo l’Intelligenza Artificiale influisce nel settore della moda?

In alcune aziende del Fashion & Luxury i processi creativi e collaborativi sono ancora gestiti in modo discontinuo e rendere questi modi di lavorare molto tradizionali digitali può sembrare un compito arduo.
Immaginatevi di trovarvi a dovere trasformare digitalmente un processo estremamente creativo, improntato alla totale libertà espressiva che possono offrire un pezzo di carta ed una matita. Ipotizzate, inoltre, che lo stakeholder del processo, il creativo, non abbia apparenti benefici dalla digitalizzazione della propria opera. In tal caso la sfida non è sicuramente tecnologica e di contenuti, ma di approccio.
In una breve video intervista Ciro Bertinelli – Digital Solutions Leader di Alterna – ci dà il suo punto di vista sulle opportunità offerte dall’Intelligenza Artificiale e su come le nuove tecnologie sono in grado oggi di creare nuovi modelli di business.

“User Experience” prima di tutto

Nell’era delle piattaforme Cloud e dei micro-servizi la parte funzionale è data più per scontata, è vista come una sorta di commodity. Vice versa la parte di interfaccia uomo-macchina, quindi la parte di ergonomia applicativa, ha molti margini di esplorazione e si riescono ad ottenere dei risultati molto brillanti lavorando con un approccio Design Thinking.
Ad esempio, si possono sfruttare servizi cognitivi per fare in modo che l’applicazione si modelli e si adatti all’utente stesso, a quanto è stanco, a qual è il suo umore, in modo da avere delle applicazioni molto facili da usare e molto fruibili.

I principali Consumer-Facing touchpoint nel Fashion

Stiamo riscontrando un grande interesse verso le chatbot che rappresentano oggi la tecnologia abilitante della strategia omnichannel delle aziende Fashion & Luxury che si rivolgono al consumatore finale, siano essi dei brand owner o dei retailer.
Possiamo vedere l’omnichannel come una sorta di tessuto connettivo fra l’esperienza del negozio tradizionale brick and mortar e l’esperienza e-commerce, un modo di fare che si chiama conversational commerce.
Il chatbot può essere vista come l’asse portante del conversational commerce dove nel negozio l’esperienza è totalmente personalizzata perché di solito il rapporto tra il cliente ed il brand è one-to-one. Con la chatbot si riesce ad avere uno storytelling personalizzato con il cliente anche in modalità online, dove lo stesso può utilizzare strumenti molto semplici e che ha normalmente in dotazione come ad esempio un Facebook Messanger, uno Skype piuttosto che una pagina web del brand.
Inoltre, il chatbot offre degli indubbi vantaggi. Innanzitutto, la capacità di fare escalation verso un operatore umano. In questo caso riusciamo ad ottenere quella addizionalità tra uomo e macchina dove la macchina è capace di fare ragionamenti molto veloci ed elaborare algoritmi anche molto complessi in breve tempo mentre l’uomo ha la capacità di intercettare dotato situazioni a grande stress emotivo grazie all’ intelligenza emozionale e alla sensibilità che sono caratteristiche tipiche dell’umano.

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