Lo scenario macroeconomico e geopolitico degli ultimi anni ha causato un incremento esponenziale dello stato di incertezza anche e soprattutto per il comparto manifatturiero.

La pandemia, la contrazione dei consumi, l’impennata dei costi energetici, la difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime e i recenti scenari di guerra, hanno determinato da una parte l’impossibilità di pianificare strategie e tattiche, ma dall’altra hanno indotto imprenditori e manager a cercare soluzioni volte a ridurre l’impatto degli agenti esogeni. In questo contesto, l’utilizzo ottimale dei dati e gli ambienti collaborativi sono stati due tra le tecnologie, insieme all’Industrial IOT, maggiormente utili per realizzare fabbriche più smart e resilienti.

Con questo incipit si sono confrontati nella sessione “Tecnologie Abilitanti”, moderata da Roberto Bonino, Research and Content Manager di The Innovation Group, Matteo Giovanditti – CEO Alterna, Roberto Gemma – CEO Altea UP, Filippo Carzaniga -CEO Fimer e Renato Dall’Agata – CTO Fava.

Il dibattito è entrato subito nel vivo con i racconti di Fava e Fimer, due eccellenze italiane, che hanno saputo sfruttare il momento di incertezza per iniziare un percorso di digital transformation profondo allo scopo di mitigare gli effetti del complesso scenario macroeconomico e migliorare l’efficienza operativa in un frangente così “dinamico”.

Quale apporto possono dare le tecnologie abilitanti alle aziende manifatturiere impegnate anche a gestire i processi di avanzamento verso la sostenibilità? E perché oggi si parla sempre di più di resilienza evoluta?

Giovanditti afferma come l’attuale periodo storico abbia portato incertezza nelle aziende che oggi si trovano ad operare in contesti complessi ed interconnessi tra loro, nei quali diventa sempre più importante adattarsi e trasformarsi dinamicamente al contesto, mitigando i rischi con azioni preventive e correttive, volte a cogliere ogni opportunità di sviluppo e crescita.

Non si tratta più di reagire ad un evento puntuale ma di sviluppare attitudini, metodi e strumenti di resilienza evoluta per intercettare e capire velocemente il cambiamento, analizzarne gli impatti, valutare scenari alternativi e trasmettere velocemente a tutta l’organizzazione e ai partner della Value Chain gli effetti delle azioni definite. – afferma il nostro CEO.

Processi più che tecnologie, visione più che soluzioni, la trasformazione digitale del manifatturiero sembra essere un percorso, e non una discontinuità.

La tecnologia digitale è diventata universalmente la chiave per abilitare la trasformazione agile del business anche in ottica di sostenibilità. Ricordiamo prima di tutto che le sfide tradizionali del manufacturing sono quelle dell’innovazione di prodotto e di processo, a cui si aggiungono quelle sempre più importanti dell’interazione con i clienti. I nostri clienti avvertono sempre di più l’esigenza di costruire una collaborazione più intelligente lungo tutta la filiera dei partner e dei distributori; adattarsi rapidamente a incertezze e turbolenze richiede una capacità di gestire la riconfigurazione veloce di attività e risorse dell’ecosistema grazie a strumenti flessibili, scalabili e adattabili per ottimizzare i processi intorno ai Customer Journey dei singoli clienti. – chiosa Giovanditti.

L’approccio end to end all’innovazione posiziona Alterna come Global System Integrator al fianco delle aziende in tutti gli step di Business & People Evolution avendo abbracciato da diversi anni la “rivoluzione” tecnologica del  vendor Microsoft, dove interoperabilità nativa e piattaforma multi-cloud ne rappresentano l’anima.

Esempio tangibile è racchiuso nel racconto del nostro cliente Fava dove, grazie a sensoristica IoT, al cloud Azure, ad algoritmi di Intelligenza Artificiale e al Digital Twin, l’azienda ha modificato il suo modello di business riuscendo a fornire anche servizi di manutenzione predittiva e preventiva oltre che efficientare i cicli produttivi a tutto vantaggio di una riduzione dei consumi energetici e termici.

I benefici generati dalle tecnologie saranno sempre più trasversali e tangibili, con priorità sull’AI e sul valore aggiunto che potrà essere espresso da analisi predittive fino ad arrivare all’automazione intelligente.

Alla luce della grande incertezza, che oggi sembra proprio essere un fattore imprescindibile, la sola adozione di soluzioni tecnologiche all’avanguardia non è sufficiente se non accompagnata da un percorso strategico ben studiato. Questi processi di transizione richiedono le competenze giuste per pilotare e gestire i cambiamenti che la digitalizzazione mette in moto nelle imprese e oggi, la difficoltà è anche quella di trovare skill adeguati sul mercato del lavoro o di implementare percorsi di reskilling e upskilling adeguati alle persone che sono già attive in azienda. 

Concludendo, cosa è necessario per produrre ulteriori avanzamenti? È indispensabile che il digitale e la sostenibilità siano ancorati ad una strategia, oltre che comprendere definitivamente che il “dato” non compete con il potenziale umano, ma lo potenzia. Il tema del capitale umano è un fattore fondamentale per trasformare la tecnologia in vantaggio competitivo e, se da una parte è importante fare attenzione a cultura, formazione e alla consapevolezza delle competenze, dall’altra ci deve essere consapevolezza di modelli organizzativi agili che promuovono la contaminazione e il long-life learning. – conclude Giovanditti.